venerdì 3 aprile 2015

In quel mio mondo ideal...



 illustrazione di Elisabetta Giulivi
(Colore in polvere, matite e acrilico bianco)
https://www.facebook.com/BettaFlyElisabettaGiulivi?fref=photo

 
Alice nel paese delle meraviglie è senza dubbio la mia fiaba preferita.
Sono una che crede prepotentemente nelle fiabe, sapete? In quelle che scrivo, ma soprattutto nei grandi classici, senza aver letto i quali, sicuramente oggi non sarei qui, né tantomeno esisterebbe questo blog!
C'è sempre un messaggio profondo in ogni fiaba, un messaggio da decifrare, da comprendere che ci svela un modo per interpretare il mondo, che poi crescendo possiamo anche mettere in discussione, naturalmente.
Tutte le fiabe insegnano che le difficoltà esistono, ma che possiamo superarle, che se si rimane fedeli a sé stessi si è dei vincenti, e che proprio quando tutto sembra perduto, tutto può cambiare da un momento all'altro.
Sì, io ci credo ancora, devo crederci, poiché il giorno in cui smetterò di credere e di sognare, avrò smesso anche di vivere.
Senza sogni si sopravvive, i sogni ci premettono di vivere.
Non sono certo una che si accontenta di sopravvivere: io voglio vivere, restando fedele a me stessa, anche se questo a volte, significa sentirmi sola. 
Mi sento spesso frustrata e spaesata, proprio come si sentiva Alice nel paese delle meraviglie: eppure quello doveva essere il suo mondo ideale, soprattutto nella versione Disneyana, che pur discostandosi un po' dall'originale, credo sia riuscita a cogliere bene l'essenza della protagonista. Invece, niente è sotto il suo controllo: continua a crescere, poi rimpicciolisce, e poi cresce di nuovo, in un vortice di eventi che non sa come fermare, e soprattutto dal quale non riesce mai a sottrarsi. Chi non si è sentito così, almeno una volta nella vita?
Ma Alice ci insegna a mettere sempre tutto in discussione, a non soccombere al potere costituito e soprattutto a non accettare come dogmi le idee che i potenti vogliono imporci: forse è addirittura meglio avere poche idee sincere, nate dalla nostra mente che una testa piena soltanto di idee altrui.
Il mondo è un posto complesso e difficile da decifrare, e per capirci qualcosa prima di tutto dobbiamo imparare a conoscere noi stessi, come ci ricorda il Brucaliffo, che ci ripete in continuazione "Tu chi sei?". Se non siamo in grado di rispondere alla domanda del Brucaliffo, non possiamo rispondere a nessun'altra domanda, né siamo in grado di intraprendere un percorso che dia significato alla nostra esistenza.
Bisogna trovare la propria strada, senza seguire a tutti i costi le orme di qualcun'altro, come ci ricorda lo Stregatto, quando Alice gli chiede indicazioni:
"Tutto dipende da dove vuoi andare."
"Oh beh, veramente importa poco, purché io riesca..."
"Beh, allora importa poco che strada prendi!"
(Dialogo tratto dal film Disney Alice nel paese delle meraviglie).
 E quando Alice finalmente decide di cercare la sua strada, ecco la tiranna, anzi la "grassa, pomposa, bisbetica vecchia tiranna" (Cit. Disney) pronta a ricordarle che lei non può avere una sua strada, perché "Tutte le strade appartengono alla regina". 
Nella fiaba originale di Lewis Carroll, la ribellione di Alice è ancora più profonda, inizia già quando incontra la duchessa con la sua cuoca, per la quale la minestra non ha mai abbastanza sale.
Alice rappresenta il percorso di crescita che ognuno di noi ha dovuto intraprendere: la voglia di evasione, la ricerca di sé e della propria strada, la consapevolezza del mondo reale, da cui però ogni tanto è bello fuggire, per rifugiarsi ancora, con la propria fantasia, nel paese delle meraviglie.

6 commenti:

  1. Sei molto profonda... ci sono cose di Alice di cui non mi ero mai accorto

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    1. Grazie Marco! son contenta che la mia riflessione ti sia piaciuta, e soprattutto mi fa tanto piacere vederti sempre attivo sul blog! :)

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  2. Ottima riflessione! I classici spesso nascondono cose che non tutti vedono. Un esempio l'ho notato con il libro la storia infinita, che ho letto per la prima volta qualche mese fa. Dire che è spettacolare è riduttivo. Le chiavi di lettura che ha quel libro sono infinite. Se vuoi ti linko una sorta di mia riflessione nel mio blog:

    http://certestorienere.blogspot.it/2014/12/la-storia-infinita-recensione-con.html

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  3. Grazie Giga! Sai, hai nomnato uno dei 5 libri formativi, consigliati per lo sviluppo del bambino dagli studiosi di pedagigia, e cioè La storia infinita, Alice, Peter Pan,Pinocchio e il piccolo Principe. Concordo pienamente su quel che hai scritto su "La storia infinita", in effetti il libro è molto diverso dal film: con il sequel hanno cercato di completare la storia, ma hanno incasinato un po' le cose, poichè Bastiano perde sè stesso ma a causa di un cattivo che nel libro non esiste (almeno non lo ricordo) e poi anche il padre arriva a Fantasia, insomma, hanno fatto un po' un macello! sono comunque molto affezionata al primo film, anche se si concentra su pochi aspetti rispetto al romanzo, ma riesce ugualmente a toccare le corde giuste.

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  4. Al di la del fatto che tu potresti essere me per le cose che scrivi e del fatto che io amo Alice e se avessi avuto una figlia l'avrei chiamata Alice per il riferimento con questo meraviglioso personaggio, quel che mi fa impazzire del cartone Disney e' che Alice deve svegliarsi per non farsi tagliare la testa, soccombere, cioe' ai personaggi della sua fantasia che altrimenti sfocerebbe in stato dissociativo... Io ho fatto un po' fatica a svegliarmi, ma questa e' un'altra storia...

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    1. Ciao Ape Regina, scusami se rispondo solo adesso ma non avevo letto questo tuo commento: sono felice che tu condivida la mia visione di Alice! Ti dirò, io faccio spesso sogni in cui mi rendo conto , non so come né perché, di stare dormendo e ripeto a me stessa : "svegliati, è solo un incubo, svegliati altrimenti mi faranno del male!" . Mi sento molto Alice, e spero di non esser mai costretta a lasciare questo mio mondo ideal! un abbraccio!

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