martedì 18 novembre 2014

Sarò anche un Botero, ma resto pur sempre un'opera d'arte!

Fernando Botero - donna che legge


Questa frase è un mio "aforisma": lo so che non sono nessuno per scrivere aforismi, però ogni tanto ho delle battute pronte che, modestia a parte, potrei definire "piccoli colpi di genio".
Diedi questa risposta ad uno dei tanti che nella vita hanno tentato di mortificarmi per il mio peso: si parlava di un mio difetto caratteriale, l'impulsività se ricordo bene, ma non era una discussione, c'era un clima disteso e rilassato; io per "giustificare" un po' questo mio lato "fumantino", citai uno dei miei film preferiti, "Chi ha incastrato Roger Rabbit",  avvalendomi della battuta più famosa di Jessica Rabbit: "Non è colpa mia se mi disegnano così!".
Immediatamente, il cialtrone di turno prese la palla la balzo e mi rispose: "Certamente, Botero"; al che io, senza scompormi, inventai su due piedi il mio primo aforisma: "Sarò anche un Botero, ma resto pur sempre un'opera d'arte", zittendo definitivamente la controparte.
Due a Zero per me!
Ho voluto parlarvi di questo episodio perché molti di voi hanno pensato che il mio ultimo brano tratto da Matrioska, "il peso del corpo è il peso dell'anima" fosse interamente autobiografico.
Non vi nascondo che in parte lo è, perché ho sofferto molto nell'adolescenza per il mio aspetto fisico, ma questa è una cosa, ahimè, normale per gli adolescenti.
C'è ancora gente che mi prende in giro, è vero, ma dall'esempio che vi ho fatto, avrete capito che so difendermi senza perdere il mio sorriso.
Matrioska è un mio personaggio, una mia creatura, dunque  una parte di me, impossibile negarlo; tuttavia, ha una sua personalità, un po' più oscura della mia, anzi direi che è "la voce del mio lato oscuro", in un certo senso!
E' normale che venga fuori una "particina" di me, e confesso che in quel brano la "particina" è davvero imponente, ma per mia fortuna io sono più solare rispetto a lei e più impulsiva: dopotutto, sono "Papavero e Glicine" , quindi anche quando il mio lato decadente è incline alla tristezza, prima o poi il lato energico e solare prende il sopravvento. 
Non sono mai stata una vittima degli eventi, e se lo sono stata, ho fatto l'impossibile per non darlo a vedere.
Spero che questa mia vicenda personale vi abbia fatto sorridere: sono molto autocritica, ma quando metto al suo posto chi lo merita, mi sento davvero gratificata! 
E spero che questo piccolo aforisma, nato per caso, mi porti tanta fortuna nella vita!

Quelli che...

CTHULU!- Immagine di Elisabetta Giulivi
 china su foglio bianco con fondo a photoshop (A4)
disponibile in cartolina, poster A4, poster A3
https://www.facebook.com/BettaFlyElisabettaGiulivi/timeline?ref=page_internal



Quelli che si ostinano a veder del bene anche in questo mondo marcio.
Quelli che danno una seconda possibilità.
Quelli che non si basano sulle apparenze e che riescono a scrutare la vera anima di chi li circonda, anche se solo per qualche istante.
Quelli che si commuovono davanti a un film.
Quelli che ancora credono nel lieto fine.
Quelli che lasciano correre la fantasia e vedono tra le nuvole cose strane e meravigliose.
Quelli che amano i racconti fantastici e spesso vivono più in quei mondi che nella realtà.
Quelli che ancora si meravigliano dinnanzi alla bellezza e maestà della natura e di ogni sua creatura, anche la più piccola.
Quelli che credono nei propri sogni e non dicono mai "non esiste".
Quelli che vengono etichettati come nerd, strani, matti, stralunati, fuori dal mondo, casi disperati e affetti dalla sindrome di Peter Pan.
Si, proprio quelli: saranno loro a salvare ciò che resta di buono e pulito in questo mondo.
Non smettete mai di credere e di sognare!
Buonanotte sognatori...



 

sabato 15 novembre 2014

Confessione notturna


Immagine di Elisabetta Giulivi
disponibile in cartolina, poster A4, poster A3
https://www.facebook.com/BettaFlyElisabettaGiulivi/timeline?ref=page_internal


Ultimamente ho quasi paura di andare a coricarmi la notte; sapete, ho molte storie inedite in stato ancora embrionale, devo lavorarci parecchio, e spesso, appena metto la testa sul cucino i vari personaggi mi vengono in mente tutti insieme , e si mettono a fare casino nella mia testa, impedendomi di prendere sonno! 
Forse scalpitano per uscire dalla mia mente e "prendere vita"...O forse sto impazzendo del tutto! Voi per quale ipotesi propendete?
Quando nasce l'idea per una nuova storia cerco di elaborarla in maniera schematica, ma poi, man mano che scrivo prendono tutti vita propria...E vengono a tormentarmi! hanno fretta, e non mi danno nemmeno il tempo di finire quella precedente! E il bello è che passo da periodi di sovraffollamento neurale a periodi di calma piatta, in cui se mi facessero un'elettroencefalogramma sentireste solo un lungo BEEEEP...
Forse sono troppo pigra, o troppo distratta, o un po' entrambe le cose: ai miei adorati persoanggi in cerca di vita la cosa evidentemente non garba, probabilmente  è per questo che vengono a tormentarmi la notte, me la prendo troppo comoda!
Ma ora basta pensare, meglio dormire... O almeno provarci!
Buonanotte, miei cari sognatori...

giovedì 13 novembre 2014

Matrioska: Il peso del corpo è un peso sull'anima




Una "Venere timida" di Chia Filincieri
https://www.facebook.com/chiafilincieri





La mia ciccia: un complesso che ho da sempre, perché sono sempre stata più alta e più grossa della media, e non solo rispetto alle ragazzine ma anche rispetto ai maschietti. 
Sono "fuori posto" nello schema mediatico e sociale che ci viene imposto: negli anni ho oscillato dalla 48 alla 58,  ho avuto vari disturbi alimentari, sono stata a rischio anoressia eppure portavo la 46 al culmine della mia magrezza. Secondo le tabelle avrei dovuto essere una ragazza "florida" e che scoppiava di salute, ma non era così: non mi reggevo in piedi e stavo cadendo in depressione, continuavo a vedermi enorme, il peso che perdevo non era mai abbastanza, dovevo perderne di più, sempre di più...
Mi privavo del cibo e facevo ginnastica tutti i giorni, ma non dimagrivo quanto desideravo; avevo le scapole alate,mi si intravedevano le ossa ma mi sentivo sempre una taglia "forte". Ovviamente la mia vita affettivo-sessuale non è stata molto felice, dato che i ragazzi con cui stavo non facevano che rinfacciarmi ogni etto che riprendevo: se osavo chiedere "come mi trovi" dopo che non ci si vedeva da un po' , la risposta standard era "sei ingrassata". Questo quando andava bene, mi sono pure sentita dire che dalla vita in su ero uno schianto ma dalla vita in giù non mi si poteva guardare.  Ovvio che se non ti senti né amata né desiderata, se tutti continuano a ripeterti che non sei bella ma al massimo "scopabile",alla fine non è che in certi momenti riesci a lasciarti andare più di tanto.
Con gli anni capisci che si trattava di "trucchi mentali" degni di un Jedi: percepivano la mia insicurezza e facevano di tutto per farmela aumentare, per tenermi legata a loro, arrivando a volte a dirmi : "Se ti lascio io non ti vorrà nessun altro".
Insomma, una vita da pattumiera. Un trauma che non riesco a superare.
So che l'aspetto non dovrebbe diventare un'ossessione, ma non si può chiedere ad una donna in sovrappeso di non sentirsi frustrata quando a dispetto della sua intelligenza, la sua indipendenza, la sua gentilezza , i suoi ideali, la sua originalità, la sua simpatia e la sua caparbietà qualche imbecille la prende in giro per il suo peso ridendole sia in faccia che alle spalle . 
Solo una donna che non ha mai avuto questo tipo di problema può sostenere che la parola grassa non dovrebbe essere percepita come un'offesa, soprattutto che oggi la "bella presenza" è un requisito essenziale per qualsiasi tipo di lavoro, a dispetto delle tue capacità e delle tue doti, sicuramente più importanti di quelle estetiche, ma che ai datori di lavoro non interessano. il problema non è educare una donna a non sentirsi offesa dalla parola grassa, ma educare la società a non dare un connotato tanto offensivo a quella parola.
E soprattutto, bisognerebbe imparare a rispettare una persona a prescindere da qualsiasi cosa.
Si sentono tutti in diritto di darci consigli "per il nostro bene" senza sapere nulla della nostra storia, del perché abbiamo quel dato carattere e quel dato aspetto, ma è più facile lavarsi le mani alla Ponzio Pilato: alla fine è colpa tua se ti prendono in giro, se fossi magra non lo farebbero. Troverebbero altro, dico io. Gli esseri umani sono creature indegne, che godono nel fare del male ai propri simili.
Questo è il mio pensiero, e non ho ancora incontrato qualcuno capace di farmi cambiare idea.


martedì 11 novembre 2014

Fuliggine e il segreto della notte di Ognissanti (Terza e ultima parte)








 "Allora figliolo!" -  Ringhiò Joke spazientito, "Non dovrebbe essere tanto difficile la scelta: sbaglio o sei marzolino? Non lo sai che i gatti nati nel mese di marzo sono particolarmente predisposti a diventare degli spiriti burloni? Forza figliolo, che aspetti? Accetta il tuo destino e vieni con me!"
"Sta solo a lui scegliere il suo destino Joke, non è certo stato scritto il giorno della sua nascita!" Disse Twinkle, ricomponendosi di colpo, recuperando la sua voce zuccherosa e tutta la sua aria da sofisticata e aristocratica gatta da salotto.
"Beh, vedete" - Fece Fuliggine un po' titubante - "La maggior parte degli umani è stata molto cattiva con me, e non parlo solo del tipaccio che mi ha investito: mi trattavano sempre male perché sono nero, quando mi vedevano facevano brutti gesti, sputavano e a volte provavano a prendermi a calci, erano persone orribili. La maggior parte di loro è così, lo so, ma so anche che non sono tutti uguali. Ci sono cinque piccoli umani che si son presi cura di me, mi hanno amato, nutrito, fatto sentire importante: forse sono solo un gatto ignorante, ma credo che se mettessi su una bilancia immaginaria l'amore che mi hanno dato quei cinque bambini e l'odio che mi hanno dimostrato gli altri, la bilancia penderebbe dalla parte dell'amore: ogni piccolo gesto di quei ragazzini nei miei confronti, cancellava almeno dieci azioni cattive degli altri. E per questo, se ne ho davvero la possibilità, vorrei essere io a prendermi cura di loro, proteggerli e amarli come loro hanno fatto con me. Forse sono un ingenuo, ma è questo quello che desidero, dedicarmi a Mimmo, Gilda, Patty, Nino e Leonardo."
Proprio in quel momento, da lontano echeggiò una voce profonda:
"La scelta è fatta!"
"Cos'è stato? Chi ha parlato?" Chiese Fuliggine intimorito.
"Oh, lascia perdere, è quello che noi chiamiamo il grande capo, ma tu sei solo un novellino, quindi non metterti a fare tante domande, avrai le risposte solo quando sarà il momento!" Esclamò Joke, con un aria talmente seria e solenne che quasi non sembrava lui; ma la trasformazione durò solo un attimo, e subito tornò il vecchio e spavaldo Joke: "Molto bene, anzi male, mi hai deluso figliolo, ma non importa! Ti lascio nelle mani di questa micia snob, spero farete un bel lavoro. Quanto agli umani cattivi di cui hai parlato, sta tranquillo, avranno ciò che meritano!"
"Li punirai tu?" chiese Fuliggine incuriosito.
"Oh no, poveri loro, io sono solo un burlone, la punizione per i cattivi è seria, non spetta certo ad un tipo divertente e affascinante come me, vero pupa?" Disse ammiccando e strizzando l'occhio verso Twinkle.
"Sagge parole, strano che sia tu a pronunciarle" - Rispose la micetta ammiccando a sua volta - "Beh, ora lasciaci soli, io e il mio nuovo discepolo abbiamo molto lavoro da svolgere!"
"Ai tuoi ordini!" Disse Joke con la sua solita aria sarcastica, e rivolendosi a Fuliggine: "Buona fortuna figliolo, avremmo fatto grandi cose insieme, ma pazienza! ti lascio nelle mani della pupa zuccherosa, io me ne vado in giro a fare qualche dispetto, prima che la notte finisca! MIAO!!!"
Miagolando, Joke sparì tra le nuvole.
"Bene dolcezza, finalmente soli!" Esclamò Twinkle con una voce così dolce e soave da far arrossire il nostro micio nero.
"Da quel che ho capito tu vorresti dedicarti a quei cinque piccoli umani in particolare, il che è possibile, ma richiede un addestramento diverso dalla prassi. Prima di tutto, è necessario che tu vada in sogno a ciascuno di loro a parlargli."
"Ah si?"- Fece incredulo Fuliggine- "Quindi posso parlare loro un'ultima volta, che bello! ma gli umani non capiscono la nostra lingua, come farò..." 
"Penserò io a tutto" - Lo interruppe Twinkle - "Bada, è importante che tutto avvenga stanotte. Quindi non farmi domande, limitati a fare tutto ciò che ti dico."
Dolce e severa allo stesso tempo, Twinkle prese in mano la situazione, e Fuliggine le obbedì senza far storie o porre altre domande.
Quella notte, Fuliggine apparve in sogno ai suoi amici.
Al risveglio i ragazzini erano un po' turbati, ma convinti che si fosse trattato solo di un sogno, non gli diedero importanza. Si recarono come al solito prima della scuola dal loro amico a quattro zampe, ma non lo trovarono; tornarono dopo la scuola, ma trovarono ancora la cuccia di compensato vuota.
"Forse si è arrabbiato perché lo abbiamo trascurato"  Disse Mimmo con il mento tremante, sul punto di piangere. 
"Ma no!"- Cercò di tranquillizzarlo la sorella - "I gatti son fatti così, ogni tanto vogliono andarsene in giro in cerca di avventure, ma poi tornano!"
I giorni passavano, ma non c'era traccia di Fuliggine.
I bambini erano molti tristi e preoccupati finché un giorno Patty, ricordandosi dello strano sogno, ne fece parola agli altri.
"Sapete cosa mi è successo la notte di Halloween, dopo la festa? Ho sognato Fuliggine! All'inizo vedevo solo un grande spazio bianco, poi vidi una macchia nera con due puntini gialli: era Fuliggine! E parlava!"
In quel momento, i bambini si resero conto di aver fatto tutti lo stesso sogno, e la medesima notte per giunta!
Ma non ricordavano bene le parole, ci volle un po', ma alla fine, mettendo insieme i ricordi di ognuno, riuscirono a ricomporre il messaggio di Fuliggine.
 "Piccoli miei, purtroppo non potremo vederci mai più in questo Mondo, perché oramai non ne faccio più parte. Ma non temete, io sarò sempre con voi, vi veglierò e vi proteggerò dal luogo in cui sono confinato, e per provarvelo, ogni anno, durante la notte di Ognissanti, vi lascerò un ricordino, qualcosa che vi parlerò di me. Addio!"
I cinque monelli non sapevano cosa pensare, quindi ne parlarono agli adulti.
Ma gli adulti si sa, non credono mai nei sogni, specie se si tratta di quelli dei bambini; li convinsero che la loro era solo suggestione, perché sentivano la mancanza del loro micio e si erano inventati tutto per sentirsi meno soli.
"D'altronde" disse Nino "Gli adulti sanno sempre quello che dicono!". Così non ci pensarono più; per fortuna arrivò presto il Natale, che con i suoi colori, le sue luci e i suoi regali rese la mancanza di Fuliggine più sopportabile, seppur sempre dolorosa. Poi iniziò il nuovo anno, e quasi senza accorgersene, arrivò la primavera. Di lì a poco la scuola finì, e venne l'estate, calda e gioiosa come sempre. Poi la scuola ricominciò, e un anno passò in un baleno.
I bambini credevano di aver dimenticato quello strano sogno, ma con l'inizio dell'autunno e del mese di ottobre, il ricordo del sogno tornò nelle loro menti, sempre più vivo, reale, palpabile. 
Accadono cose che spesso neanche gli adulti sanno spiegare, e chissà, forse il bello di questa vita è che non tutti i fenomeni hanno una spiegazione razionale.
La notte di Ognissanti arrivò, ma stavolta Mimmo e gli altri decisero di non andare ad una festa in maschera come l'anno passato: non capivano il significato del sogno, né perché gli fosse tornato in mente. Non sapevano spiegarsi la ragione, ma sentirono il bisogno di fare qualcosa di diverso, di intimo, perciò quella sera si riunirono a casa di Gilda e Mimmo, portando foto e ricordi di Fuliggine.
Non se ne rendevano conto, anche perché non sapevano per certo che fosse morto, ma stavano commemorando il loro amico scomparso.
Quella notte andarono a dormire con una strana sensazione di calore e benessere nel cuore.
Il giorno dopo, alzandosi dai loro lettini, Mimmo e Gilda sentirono la madre brontolare. 
"Stupidi scherzi...Chissà chi sarà stato!"
I bimbi andarono a vedere e scorsero, davanti all'uscio di casa, un bel mucchietto di fuliggine, che la mamma spazzava via a fatica.
In quel momento capirono il significato dello strano sogno.
Gilda corse al telefono, e scoprì che anche davanti all'uscio di Patty c'era della Fuliggine, e così davanti alla casa di Nino e di Leonardo: non si era trattato dello stupido scherzo di qualche buontempone, era stato Fuliggine:
"Durante la notte di Ognissanti, vi lascerò un ricordino, qualcosa che vi parlerà di me."
Quel mucchietto di fuliggine stava a indicare che il micio era diventato il loro spirito protettore, che avrebbe sempre vegliato su di loro e sui loro figli.
Da allora in poi, ogni anno, il primo di novembre i ragazzi trovarono sempre della fuliggine dinnanzi all'uscio di casa, e anche oggi, che i ragazzi sono cresciuti, e alcuni di loro diventati genitori, continuano a trovare quel piccolo segno dal cielo, a indicare che il piccolo Fuliggine, in nome del bene e dell'amore che gli hanno dimostrato durante la sua breve vita, continuerà a vegliare su di loro e sui loro figli.
PER SEMPRE.

lunedì 3 novembre 2014

La Filastrocca di Fuliggine

 In attesa della terza e ultima parte del racconto "Fuliggine e il Segreto della Notte di Ognissanti" , ancora inedito per problemi tecnici (non sono riuscita a salvare il lavoro su hard disk esterno ed è andato perduto T__T ) , vi propongo una piccola Filastrocca!
 



NB: Andrebbe recitata preferibilmente nel periodo che va dal 31 ottobre al 2 novembre, ma potete ripeterla ogni volta che vi sentite soli e avvertite un bisogno di protezione.


Mezzanotte si avvicina:
ho acceso una bella candelina
e l'ho posta in una simpatica lanternina.
Un saluto alle anime dei morti in generale
e ad un paio in particolare:
che ovunque essi siano
possano su di me vegliare.